Via Torrebianca 21 - Trieste
Tel. 040 636481 - libreriadedalus@gmail.com
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Orario
Da martedì a sabato
9.00 - 13.00 // 16.00 - 19.30
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Richiedeteci di inserire il vostro indirizzo di posta elettronica nella nostra rubrica: riceverete ogni mese le liste con gli ultimi arrivi dei libri nuovi a metà prezzo, fuori catalogo e d'occasione.


LUNACY

 

Domenica 17 marzo 2024 - Ore 18.00

Presentazione di LUNACY

espone Serena Marcon, artista e autrice del libro

a cura dell'editrice Mariangela Vella

intervento musicale di Sunico

Montagne e territori ibridi tra urbanità e ruralità

 Venerdì 23 giugno - Ore 18.30


Roberto Leggero (Accademia di Architettura, Università della Svizzera Italiana – Laboratorio di Storia delle Alpi) presenterà il volume (Map, 2022)  di cui è curatore, aprendo una discussione sul tema della compresenza e coesistenza di realtà profondamente diverse e sull’importanza di un approccio transdisciplinare per comprenderne la complessità e le interazioni. Una prospettiva che, in assenza di un unico punto di osservazione, rivela le molteplici modalità con le quali ognuno di noi vive, interpreta e dà significato allo spazio della propria esistenza. La serata sarà anche occasione per presentare i contenuti performativi e installativi in programma dal 24 al 25 giugno nel borgo storico di Contovello /Kontovel, nel segno dell’ibridazione tra discipline diverse, tra suono e parola, tra natura e intervento umano.
Con al partecipazione della flautista Zinajda Kodrič. 

 Giovedì 22 giugno 2023  - Ore 18.00

Dentro l'algoritmo
(effequ, 2022)

L'algoritmo è davvero una mano invisibile che governa le nostre vite? Può decidere al posto nostro, modificare la rappresentazione di una categoria di persone, radicalizzare immaginari: ma cos'è questo insieme di regole che sembra influire in modo così preponderante nella nostra quotidianità? Cosa è cambiato rispetto a quando sono arrivati i social network, e come possiamo capirne il funzionamento per migliorare il nostro tempo?

A cura dell'associazione Bloom un incontro con l'autrice Donata Columbro

e Giada Arena, autrice, podcaster e content strategist.





Opere di Serena Marcon - LIVIDI BLU



Sabato 28 gennaio 2023 - Ore 18:00
Le opere saranno esposte il tempo di una serata
Con la partecipazione di Loris Zecchin

La magia di Chesterton - Presentazione del libro "L'arte di stupire"


SABATO 16 MARZO 2019 - ORE 16.00
LIBRERIA DEDALUS

Tra le professioni più curiose descritte da Chesterton ne Il club dei mestieri stravaganti (1905) c'è quella dei soci della "Adventure and Romance Agency": un'agenzia incaricata di costruire avventure romanzesche da far vivere ai propri clienti. L'obiettivo è di ridestare stupore nella gente, missione cruciale se è vero che - come scriveva sempre Chesterton - "il mondo non finirà per mancanza di meraviglie ma per mancanza di Meraviglia". Un'agenzia del genere esiste davvero; a gestirla sono due illusionisti - Ferdinando Buscema e Mariano Tomatis - autori de L'arte di stupire (2014), manifesto del Magic Experience Design: un libro che rivela i segreti e le tecniche con cui, da anni, i due autori creano professionalmente "esperienze magiche" per un pubblico alla ricerca di stimoli insoliti e sorprendenti.
Mariano Tomatis ne presenta la nuova edizione accompagnando il pubblico in un percorso attraverso le stanze virtuali di un museo delle meraviglie. Un invito a ridefinire lo spazio della magia, auspicando che dai luoghi chiusi e deputati esondi nella vita di tutti i giorni e rifiutando l’idea che un'élite di maghi sia depositaria di un sapere riservato agli iniziati; perché, come ha scritto il collettivo Wu Ming in una recensione del libro, "quei maghi saremo noi, noi tutti, nessuna casta sapienziale, nessun superuomo, magia al popolo!".
Qui la presentazione della giornata.

Presentazione dei libri di Francesco Spagna

Venerdì 9 giugno 2017
alle ore 18.00 
presentazione dei libri
L'infinito antropologico
(Mimesis)
e
Cultura e controcultura
(Elèuthera)

ne parliamo con l'autore Francesco Spagna

«Parlare di infinito in antropologia può apparire provocatorio, nel senso che tale disciplina, come qualsiasi disciplina che aspiri a fregiarsi del carattere di “scientificità”, deve necessariamente tenersi alla larga da un simile concetto che non solo si sottrae ad ogni descrizione quantitativa, ma, come notava Borges, “corrompe e altera tutti gli altri”. D'altra parte, come ricorda qui Francesco Spagna, ormai la storia dell'antropologia si è dimostrata abbastanza matura per andare oltre ogni illusione di mappare compiutamente le culture del mondo come se fossero oggetti inerti o dati acquisiti una volta per tutte. Si è fatta consapevole, insomma, di non potersi identificare né con l'etnologia né, tantomeno, con l'etnografia». (Giangiorgio Pasqualotto)

Cultura e controcultura sono il dritto e il rovescio di una stessa trama e vanno intese nel loro movimento dialettico, che dà spessore all'altra parola chiave del dibattito contemporaneo: intercultura. «Accade che non solo si erigano barriere contro i presunti “altri”, il presunto “fuori”, ma anche nei confronti dei presunti “noi” o meglio di alcuni di noi. Quelli che non stanno al gioco, che non accettano passivamente le regole. Ecco la dimensione delle controculture di cui parla Spagna». (Marco Aime)

Libreria Dedalus – Via Torrebianca 21 – Trieste

Il muso ispiratore

Il muso ispiratore di Sofia Cassanelli verrà presentato presso la nostra libreria giovedì 11 maggio alle ore 18

Logiche dello sfruttamento


Soggettività fantomatica e discorso del capitalista
con Federico Chicchi

Il concetto di sfruttamento nell'economia capitalistica post-fordista è mutato radicalmente. Benché il rapporto di asservimento sia una costante del capitalismo, nell'attuale fase di smaterializzazione
della società e dei suoi rapporti, le vecchie categorie di analisi sembrano insufficienti a descrivere la nostra realtà. Incrociando il pensiero di Marx con quello di Deleuze e Lacan, si tenterà di dare parola al nuovo volto dello sfruttamento, che ore investe l'idea stessa di vita.

Venerdì 5 maggio ore 17.30
Libreria Dedalus – Via Torrebianca 21

Federico Chicchi è professore associato presso l'Università degli Studi di Bologna - Dipartimento di Sociologia e Diritto dell’Economia.

Innanzitutto, per la guerra no

Disegni di Ugo Pierri

Edizioni Minotauro
Trieste, 2017

Edizione di 220 copie numerate. Le prime 15 portano allegato un originale di Ugo Pierri realizzato per l'occasione.

Copie 1-15 euro 120,00
Copie 16-220 euro 40,00


Venerdì 25 novembre 2016

Il programma sarà presentato venerdì 25 novembre, ore 18,
alla libreria Dedalus, via Torrebianca 21

Alpine Studio



Gennaio 2016 - Sono arrivati molti libri Alpine Studio a metà prezzo: a breve sulla nostra newsletter il dettaglio dei titoli disponibili.
Per iscriversi e ricevere gli aggiornamenti mensili scriveteci via email: libreriadedalus@gmail.com

Sabato 28 novembre 2015

V O M   K R I E G
disegni di ugo pierri




Alle ore 18.00 esibizione del coro sociale Voci Arcutinate con una selezione di canti antimilitaristi della Prima guerra mondiale. 

Voci Arcutinate - Coro autogestito nato dal desiderio di esprimere anche attraverso il canto qual è lo sguardo rivolto alla realtà, quali le lotte, le fatiche, i bisogni, gli ideali e i sogni. Canto come respiro condiviso, nei corpi e nelle voci femminili e maschili; canto politico che guarda alla storia come indispensabile strumento per agire la necessità di un diverso presente. All’attivo, incursioni sonore urbane ed extraurbane.

Venerdì 13 novembre 2015

Il programma sarà presentato venerdì 13 novembre, ore 18,
alla libreria Dedalus, via Torrebianca 21 

Novità di ottobre in libreria

Nella lista di ottobre degli ultimi arrivi a metà prezzo molti classici Garzanti della collana "I grandi libri" e numerosi tascabili Einaudi. Potete iscrivervi alla nostra newsletter inviandoci un'email: libreriadedalus@gmail.com.

Apertura

Da martedì 15 settembre 2015 la libreria è aperta nella nuova sede di via Torrebianca 21 con i libri nuovi a metà prezzo e le novità (su prenotazione).
Negli stessi locali è nata la libreria Minotauro, con libri antichi e rarità.

Inaugurazione

Finalmente concluso il trasloco della libreria Dedalus, siamo lieti di annunciarvi la nascita della libreria antiquaria Minotauro, che troverà spazio negli stessi locali.
 
Vi invitiamo alla inaugurazione delle librerie in via Torre Bianca 21, che terremo il 12 settembre prossimo alle ore 18,30.


Un’occasione per ritrovarci e brindare insieme a questa nuova iniziativa culturale.

Il diritto alla pigrizia

Paul Lafargue
pp. 174 – Massari editore – Bolsena 2002
Prezzo di copertina € 6,71
Nostro prezzo € 3,35


Del famosissimo e paradossale pamphlet di Paul Lafargue non occorre dire molto, pochi libri sono stati tanto diffusi a livello popolare negli ultimi cento anni. Chi scrive si ricorda che a Cluny, nel pieno centro di Parigi, alla fine degli anni sessanta, un vecchietto vendeva Le droit à la paresse, di cui aveva in mano diverse copie, passeggiando sotto l’Abbazia, ogni giorno da quasi quarant’anni. Affermò, sempre su richiesta di chi scrive, che negli ultimi quarant’anni, quindi dalla fine della prima guerra mondiale, ininterrottamente ogni giorno aveva venduto quello stesso opuscolo che lui stesso curava di fare ristampare, e secondo i suoi calcoli ne aveva venduto, solo lui, non meno di trentamila copie.

L’opuscolo ha questo di paradossale: è una costante denuncia contro le responsabilità del proletariato che, prestando la propria complicità, si lascia sfruttare amando in questo modo la frusta che lo colpisce.

La scrittura brillante e la ricchezza di aneddoti fa di queste poche pagine una lettura ancora oggi piacevole. La figura del suo autore, marito di Laura Marx, fu una delle più note ed affascinanti dell’ambiente internazionalista e socialista a livello mondiale.

Ma nell'edizione Massari c’è di più. La grossa introduzione di Dommanget, un erudito storico francese del movimento operaio, che qui, come in altre opere dedicate anche alla rivoluzione francese e all’anticlericalismo, manifesta con larghezza di mezzi la sua potente documentazione. Non fa solo la storia di Lafargue e di sua moglie, dal contestato (da Marx) fidanzamento al loro suicidio, ma anche una dettagliata storia del concetto, e del desiderio di non lavorare, di pensare ad una vita in cui finalmente sia possibile fare quello che si vuole.

Attenzione. Non bisogna confondere il lavoro di Lafargue con le teorie, del tutto moderne, di abolizione del lavoro e di distruzione del lavoro. Queste sono tutt’altra questione.

Il cardo

Yashar Kemal
pp. 380 – Garzanti – Milano 1987
Prezzo di copertina € 19,00
Nostro prezzo € 9,50

Yashar Kemal (Yasar Kemal Gökçeli), nasce nel 1922 a Hemite, un piccolo villaggio di 60 case nella provincia di Adana, nel sud della Turchia. Da piccolo perde il padre, assassinato in una moschea. Nel 1950 fa ritorno a Istanbul e, dopo un periodo particolarmente difficile, trova finalmente lavoro come giornalista per il più importante quotidiano di Istanbul: “Cumhuriyet” (“Repubblica”).

Di sé scrive: “Ho sempre voluto essere il cantore della luce e della gioia. Ho sempre voluto che i lettori dei miei romanzi fossero uomini pieni d’amore: per gli altri uomini, per i lupi, gli uccelli e i coleotteri, per tutta la natura. E sono convinto che, su questo pianeta, le magnifiche culture degli uomini che risiedono nella mia terra porteranno il fertile paesaggio culturale a essere di nuovo verde”.

Si tratta di un libro che fa a meno agevolmente delle classiche modalità della narrazione occidentale. Le vicende epiche e leggendarie della regione del Tauro sono le più adatte a narrare lo spirito di rivolta della terra di origine dell’autore.
In una natura arida e incolta fioriscono i cardi. “Terre bianche – racconta Kemal – candide come ricotta, dove non spuntano alberi né erba né fichi d’India. Eppure i cardi crescono rigogliosi e fitti, sino a ricoprire ogni palmo di terreno”.

Il villaggio di Degirmenolu è circondato da una distesa di cardi. È come un deserto. Soltanto cardi. Un brigante che sia un vero brigante deve stare sui monti. Che senso ha l’amnistia? L’antica lotta tra sfruttati e sfruttatori non cessa per un accorgo governativo. Il di già conosciuto, come meccanismo della catalogazione e della miseria, è così contrapposto al territorio dell’implacabile deserto, dove tutto è sicuro di sé solo se realizza la distruzione dell’obbligo.

L’eremita digiuno, vestito di pelo di cammello, abituato a nutrirsi di cavallette è il simbolo della ragione. L’estremo territorio del vaglio critico conduce dove non c’è più nulla, se non il deserto. E, ora so, che il deserto alberga fantasie torride di scuoiamenti. Il mondo della storia, che si sviluppa nel campo, ha ucciso la vita nel momento del passaggio dal fare al fatto, il ghigno del diavolo, in caso contrario la storia sarebbe sempre il fare e mai il fatto. E questa storia viene da lontano, da una Turchia ancora feudale appena intaccata alla fine dell’Ottocento dalle prime avvisaglie del tempo moderno. Miserie peculiari e fantasie di adeguamento, tentativi di ottenere corrispondenze disciplinate con poco sforzo, abitudini del pensare e quindi del fare. Nemici e vittime della modernità, la sola strada percorribile per essere accettati nell’ora che sta sempre sulla soglia della completezza.

Amore e ribellione. Una infruttuosa ribellione foriera di morte, un amore che rimane insanguinato fra le spine dei cardi. La ribellione e la follia gli sono compagne, non certo la quiete e la tranquillità. Per i cercatori di calma non alberga in essa la felicità, è meglio che levando le tende si indirizzino altrove, dove per loro è l’orrore per altri la speranza di liberarsi dalla miseria.

Il falso e l'osceno

Alfredo M. Bonanno
pp. 340 – Ed. Anarchismo – Trieste 2007
Prezzo di copertina € 15,00
Nostro prezzo € 10,50

L’analisi politica ha connaturata al proprio svolgimento una irrimediabile piattezza. Gli elementi critici che la compongono sono legati a doppio filo alle condizioni di funzionamento del processo politico. Come tutti sanno quest’ultimo non funziona senza il reperimento del consenso e la realizzazione di tutte quelle modifiche indispensabili a renderlo possibile.
La funzione dell’imbroglio ideologico all’interno di questo processo è quella che una volta veniva assicurata dalla religione. L’uomo moderno prega di meno ma, secondo la geniale intuizione di Hegel, sopperisce a questa diminuzione leggendo il giornale.

Viene ammesso, in linea di massima, che oggi i destinatari del messaggio politico, quindi i soggetti passivi sollecitati al consenso, sono più informati se non più colti, e che quindi l’imbroglio deve essere più sofisticato o, almeno, più articolato. La cosa è dubbia. Se qualche decennio fa il fondo ideologico del consenso era orientato (a sinistra) verso l’internazionalismo proletario e (a destra) verso lo Stato etico, oggi i residui ideologici, diciamo spirituali, i grandi valori, si sono appiattiti sul vago processo di globalizzazione capitalista. Ciò ha comportato un livellamento dei mezzi culturali impiegati, raggiungendo miserie mai conosciute prima, nemmeno dalla destra che meno si differenziava dal manganello. Poche attenzioni culturali si riversano quindi nello sforzo di reperimento del consenso, e ciò produce un’ideologia spicciola che consente di dare aria alla gola di un qualsiasi burattino politico.

Stando così le cose alcuni ritengono che il ricorso alla provocazione potrebbe sortire qualche effetto interessante. Ma cos’è una provocazione? Un dire o un fare che rompa con la tranquillità e la buona educazione. Quindi qualcosa che contraddica la stupida loquacità con cui tutti i giorni reciprocamente ci addormentiamo inducendoci ad accettare un’esistenza che riteniamo inadeguata ai nostri presunti desideri di diversità. C’è da chiedersi se è possibile romperla con la stupidità. Domanda angosciante. Ognuno di noi custodisce quella sorta di idiotismo privato che considera fuori discussione, un serbatoio di opinioni costruite bene che aiutano a tirare avanti. Ma nessun funzionalismo ha mai salvato la vita a qualcuno. Ci accingiamo a morire con tutte le nostre benefiche supposizioni senza battere ciglio, pensandoci splendidamente equipaggiati per raccattare tutte le espressioni che collezioniamo come singoli istanti di una lunga malattia.
E questo libro costituisce, oggi più che mai, una provocazione.